In questo post ripercorreremo l'evoluzione che hanno avuto le manette in più di 150 anni grazie all'analisi di alcuni brevetti che sono particolarmente indicativi degli sviluppi tecnici e tecnologici.
Nel 1887 Edward Davis Bean propone un modello di manette che si differenzia dai precedenti soprattutto perchè la giunzione delle due manette non avviene più per mezzo di catene e lucchetti ma esse sono fuse insieme e collegate tramite una robusta piastra di metallo dove sono inseriti le viti e le molle per la chiusura delle manette. Un modello simile e migliorato verrà riproposto da Paul Kruger nel 1919.
Un altro modello interessante è quello del 1903 di Louis F. Maltby che può essere usato anche per le legare le caviglie come lui stesso specifica. Inoltre questo modello è provvisto di un meccanismo "double lock", ossia a doppio bloccaggio, che rende la chiusura più sicura soprattutto dai prigionieri che volessero liberarsi con movimenti particolari.
Un modello molto innovativo arriva nel 1926 da Charles H. Nenstiehl: egli inventa un tipo di manette sviluppato appositamente per le automobili, in particolare per poter trasportare prigionieri sulle auto senza bisogno di qualcuno che faccia la guardia ad essi; il funzionamento è piuttosto semplice: una molla è legata alla gamba posteriore del sedile del prigioniero. In fondo ad essa c'è la serratura, irraggiungibile dal trasportato. Quando la molla è ancorata al sedile da esso parte una corta catena che termina con le manette, le quali, strette intorno ai polsi del prigioniero, lo mantengono in una posizione assolutamente inoffensiva.
Nel brevetto del 1966 di Charles F. Foley possiamo notare una grande complessità nella struttura e la grande cura dei particolari e dei micro ingranaggi. Queste manette sono già molto simili ad un paio di manette moderne.
Il modello del 1969 di Samuel Nathan Rosental è interessante perchè riprendendo l'idea di Bean (1887) e Kruger (1919) la migliora ulteriormente inserendo una piastra di protezione sopra la catena che evita il danneggiamento di quest'ultima o del meccanismo di chiusura, rendendo le manette ancora più sicure. Charles E. Thompson nel 1990 aggiungerà a questa trovata un secondo lucchetto e inoltre nella sua invenzione farà in modo di non danneggiare in nessun modo i polsi del malcapitato.
Per un ulteriore analisi ed approfondimento di questi e di altri brevetti sono riportati qui sotto i link che portano ai file dei brevetti originali:
Nel 1887 Edward Davis Bean propone un modello di manette che si differenzia dai precedenti soprattutto perchè la giunzione delle due manette non avviene più per mezzo di catene e lucchetti ma esse sono fuse insieme e collegate tramite una robusta piastra di metallo dove sono inseriti le viti e le molle per la chiusura delle manette. Un modello simile e migliorato verrà riproposto da Paul Kruger nel 1919.
Un altro modello interessante è quello del 1903 di Louis F. Maltby che può essere usato anche per le legare le caviglie come lui stesso specifica. Inoltre questo modello è provvisto di un meccanismo "double lock", ossia a doppio bloccaggio, che rende la chiusura più sicura soprattutto dai prigionieri che volessero liberarsi con movimenti particolari.
Un modello molto innovativo arriva nel 1926 da Charles H. Nenstiehl: egli inventa un tipo di manette sviluppato appositamente per le automobili, in particolare per poter trasportare prigionieri sulle auto senza bisogno di qualcuno che faccia la guardia ad essi; il funzionamento è piuttosto semplice: una molla è legata alla gamba posteriore del sedile del prigioniero. In fondo ad essa c'è la serratura, irraggiungibile dal trasportato. Quando la molla è ancorata al sedile da esso parte una corta catena che termina con le manette, le quali, strette intorno ai polsi del prigioniero, lo mantengono in una posizione assolutamente inoffensiva.
Nel brevetto del 1966 di Charles F. Foley possiamo notare una grande complessità nella struttura e la grande cura dei particolari e dei micro ingranaggi. Queste manette sono già molto simili ad un paio di manette moderne.
Il modello del 1969 di Samuel Nathan Rosental è interessante perchè riprendendo l'idea di Bean (1887) e Kruger (1919) la migliora ulteriormente inserendo una piastra di protezione sopra la catena che evita il danneggiamento di quest'ultima o del meccanismo di chiusura, rendendo le manette ancora più sicure. Charles E. Thompson nel 1990 aggiungerà a questa trovata un secondo lucchetto e inoltre nella sua invenzione farà in modo di non danneggiare in nessun modo i polsi del malcapitato.
Per un ulteriore analisi ed approfondimento di questi e di altri brevetti sono riportati qui sotto i link che portano ai file dei brevetti originali:
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